Era il gusto della borghesia spregiudicata ed entusiasta del progresso industriale. Ma i virtuosismi sinuosi dell’Art Nouveau affascinarono anche chi borghese non lo era affatto…
Inaugurata nel Febbraio 2004 e non ancora interamente completata, la sede di Amsterdam del Museo di Stato dell’Ermitage presenta Art Nouveau under the last Tzars.
In mostra, numerosi oggetti donati dal governo francese agli ultimi, Zar Alessandro III (1881-1894) e Nicola II (1894-1917) provenienti dalle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo: gioielli, mobili, porcellane, delicati vasi in vetro creati da nomi famosi dell’Art Nouveau come Émile Gallé, René Lalique, Tiffany e naturalmente Carl Fabergé.
Derivata in gran parte dall’ideologia di William Morris da cui riprende il desiderio di continuità stilistica tra spazio architettonico interno ed esterno, il movimento dell’Art Nouveau è un’arte totale che abbatte le barriere tra le arti decorative e arti maggiori. Nata in Europa attorno al 1880, l’Art Nouveau assume presto un carattere internazionale.

Conosciuta in Germania come Jugendstil, Secessione in Austria, Modernismo in Spagna e Liberty in Italia, si sforza di di fornire alla nascente civilità delle macchine un imagine idealizzata ed ottimistica rivestendo il tetro squallore della città industriale di una rigogliosa ornamentazione ispirata alla natura: motivi allungati, stilizzati, graziosamente distorti; fiori, uccelli, libellule, rocce; forme femmili ridotte a forme simboliche e scorporate, intrise di una sofisticata sensualità.
In Russia l’Art Nouveau prende il nome di Still Modern e coincide con un periodo particolarmente dinamico della vita culturale del Paese, anche grazie all’intensificarsi delle relazioni diplomatiche tra Russia e Francia. In cerca di un alleato potente per fronteggiare l’ascesa della Germania, negli anni che seguirono la sua sconfitta nella Guerra Franco-Prussiana del 1870-1871, la Francia ricoprì letteralmente gli Zar di doni in stile Art Nouveau di grandissimo valore, creati dai più famosi artisti dell’epoca. Come La danse de l’écharpe, donata dal governo Francese allo Zar Nicola II nel 1901 in occasione di una sua visita ufficiale a Parigi. Creata da Agathon Léonard van Weydeveldt e prodotta dalla famosa fabbrica di porcellane di Sèvres, questa decorazione da tavolo si componeva di quindici pezzi creati per l’esposizione mondiale di Parigi nel 1900. Le piccole figure di porcellana di altissima qualità, ritraggono la famosa danzatrice Loïe Fuller, musa ispiratrice di numerosi artisti tra cui Toulouse-Lautrec.

Certo, la politica assolutistica e reazionaria di Alessandro III e Nicola II si accordava meglio con il grandioso stile neo-barocco degli arredi imperiali che con la delicata ornamentazione dell’Art Nouveau. Tuttavia questo stile diventò una presenza costante negli appartamenti privati dei sovrani e delle loro consorti. Ben nota era infatti la passione della Zarina Alexandra, moglie di Nicola II per i traslucenti virtuosismi in vetro multistrato di Émile Gallé (come lo stupefacente vaso Passiflora).

Lontana dagli intenti socialisti auspicati da Morris, l’Art Nouveau non affronta la problematica sociale legata allo sviluppo industriale e, a differenza dall’Arts and Crafts, non tenta di riqualificare il lavoro degli operai. Al contrario, crea involontariamente un’arte d’elite apprezzata dall’alta borghesia e dall’aristocrazia, ma che proprio per questo non sopravviverà all’inasprimento dei conflitti sociali che porteranno alla prima guerra mondiale e, in Russia, alla Rivoluzione d’Ottobre, che segnerà per sempre la fine del regime degli Zar.
paola cacciari mostra visitata il 13 febbraio 2008
Articolo pubblicato su Exibart
The Hermitage Amsterdam
http://www.hermitage.nl/en/index.htm