“Ogni oggetto ha il suo momento di gloria e una volta che questo è passato, ogni singolo pezzo dovrebbe essere reinserito nel ciclo evolutivo. Dunque, perché dovrei venerare un oggetto prodotto industrialmente se ne esistono ancora centinaia di copie, che poi sono prodotti seriali che il loro progettista non ha mai toccato né visto?” No, non è William Morris, ma l’italianissimo Martino Gamper.

Nato a Merano nel 1971, Gamper studia a Vienna prima di ritornare per un breve periodo a Milano, per poi trasferirsi definitivamente a Londra nell’1998 dove è diventato famoso grazie al progetto 100 Chairs in 100 Days and its 100 Ways, cominciato nel 2005 (specializzato nel riutilizzo di materiali inutilizzati, Gamper ha raccolto 100 sedie inutilizzabili, smontandole e rimontandole in nuove combinazioni; dall’esperienza è nato il libro omonimo).

In Design is a State of Mind alla Serpentine Sackler Gallery, la succursale della Serpentine Gallery inaugurata nel 2013 e ricavata da un’ex-polveriera costruita nel 1805 il cui futuristico padiglione è stato disegnato nientepopodimeno che da Zaha Hadid, Gamper si dedica all’esame di ripiani, mensole e scaffali.

Ce ne sono una quarantina lungo le pareti della galleria e vanno dai classici del design come quelli di Anna Castelli Ferrieri, Charlotte Perriand, Gio Ponti e Dieter Rams, ad un esempio più umile come il sistema Ivar prodotto in serie da Ikea. Su di esse sono disposte collezioni di oggetti creati e prestati da amici e collaboratori di Gamper, tra cui leggende come Ron Arad ed Enzo Mari, o colleghi Michael Marriott e Bethan Laura Wood e l’artista Richard Wentworth.

La storia della scaffalatura offerta dalla mostra è un soggetto inaspettatamente interessante. Dalla struttura modernista del designer britannico Gerald Summer (1934), al Postmodernismo di Ettore Sottsass e dei designer italiani, si arriva alla contemporaneità dei progetti di Gamper e Marriott e al suo atteggiamento che mi pare cosi simile alle Arts and Crafts di Morris.

“Non c’è nessun disegno perfetto o un tipo di design che si trova al di sopra degli altri. Gli oggetti ci parlano singolarmente e personalmente. Alcuni potrebbero essere più funzionali rispetto ad altri, e l’attaccamento emotivo è sempre molto individuale”, dice Gamper per spiegare questo straordinario Wunderkammer di mostra. Una mostra che con le scaffalature racconta l’arte di raccogliere gli oggetti. Perché in fondo cosa sarebbero mensole e scaffali senza gli oggetti che ci mettiamo sopra? Ogni oggetto, libro fotografia racconta un pezzo di vita. E allora a ciascuno la sua mensola. E a ciascuno la sua storia…
fino al 21 aprile 2014
Martino Gamper: Design Is a State of Mind
Serpentine Sackler Gallery,
Kensington Gardens
London W2 3XA