L’artista concettuale belga che nel 2006 ha portato un gigantesco scivolo di 15m nella Turbine Hall di Tate Modern (che ha certamente causato non pochi lividi tra i più spericolati elementi del pubblico…), torna a Londra. E con lui il suo diabolico scivolo, che fa bella mostra di se’ fuori dalla Hayward Gally a Southbank.
Carsten Höller richiede al suo pubblico di usare parecchio le mani. Che si tratti di trovare la strada a tentoni al buio di un corridoio, di aggrapparsi alle maniglie di una macchina volante (giuro, anche se io non sono abbastanza avventurosa per provarla…) o di entrare in un dado gigante. Ma nonostante ne richieda cosi tanto l’uso, le mani non sono la cosa più importante di questa mostra, ma le decisioni che si prendono. Da cui il titolo Carsten Holler: Decision.

Perché a seconda della decisione che si prende – che si scelga un’entrata anziché un’altra, che si decida di usare lo scivolo all’uscita della galleria oppure no o di fare un giro sulla macchina volante, noi del pubblico si avrà un’esperienza del tutto diversa della mostra. Ed è questo il punto che Holler vuole sottolineare: il prendere il considerazione soluzioni alternative a quelle a cui siamo abituati. Per liberarci almeno per un po’ del pilota automatic che cosi spesso finisce con il dominare le nostre vite. È un esercizio di mindfulness se vogliano, la disciplina che insegna a vivere nel presente (anche se Seneca c’era gia arrivato nel I secolo DC, basta leggere il De Breviate Vita…).

Eppoi diciamocelo, non sarebbe divertente uno volta ogni tanto uscire dal lavoro usando uno scivolo?? 😉
Londra // fino al 6 Settembre 2015.
Hayward Gallery
1) Non c’entra ma mi scappava di dirtelo: mi piace tantissimo il tuo avatar. Non è elegante lasciarsi andare a guaiti di ammirazione esagerata, perciò li evito, ma fa conto che ci siano.
2) Ambasciator non porta pena (vecchio proverbio italiano) quindi resta ferma la mia gratitudine per la tua opera di reporter che aggiorna circa la piazza londinese – però quel tipo là, alla pari di tanti altri sbucati in questi anni… ecco, se quella è una galleria d’arte e ancora un po’ devo andarci in scarpette da ginnastica e in tuta… ebbene, preferisco una palestra. .
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Caro Guido
1) grazie per i complimenti per l’avatar 🙂 volevo mantenere la consistenza con la mia pagina Facebook
2) riguardo al tipo la’, lo sai come la penso sull’arte contemporanea, ma mi e’ piaciuta l’idea dietro la mostra l’ho trovata divertente e stimolante. Eppoi io non vado in palestra… 🙂
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