Van Dyck, Thomas Lawrence, Degas, Matisse, Delacroix, Tiziano, Ingres, Corot, Lucian Freud, Corot, Constable, Cézanne. E ancora Matisse, Picasso, Gauguin, Manet, Sisley, Delacroix, Poussin. Hollywwod walk of fame? No, Painters’ Paintings alla National Gallery. In un momento come questo, in questa strana estate dello scontento del 2016 come l’ho chiamata in un precedente post, trovo il rifugiarmi nell’arte ancora più terapeutico del solito.
Cosa hanno in comune questi artisti? Il fatto di essere stati ammirati, collezionati, ma soprattutto amati da altri grandi artisti. A partire dal bellissimo ritratto di donna italiana di Corot che Lucien Freud teneva appeso nel soggiorno della sua casa di Notting Hill, insieme alla pagina di un catalogo raffiguarante un dipinto di Cézanne che lo ispirava che rimase li’ fino a quando l’artista non riuscì a comprare il dipinto originale.
Ma non solo per Freud l’arte nasceva dall’arte e da sempre gli artisti hanno trovato guida, ispirazione in coloro che li hanno preceduti. Così apprendo che Van Dyck non solo era un devoto ammiratore di Tiziano, ma che possedeva molti dipinti del maestro veneziano tra cui il dipinto che per lungo tempo si credeva fosse un ritratto di Ludovico Ariosto, mentre Edgar Degas oltre a collezionare opere dei due grandi maestri del XIX secolo, Ingres e Delacroix, era un insaziabile collezionista di contemporanei. Impressionista lui stesso, Degas aveva la fortuna di provenire da una famiglia agiata, cosa che gli permise di comprare molte delle opere dei suoi amici-colleghi contemporanei, sostenendoli cosi anche finanziariamente.
E se sapere quale quadro appartesse a chi non investe il dipinto di un significato più intenso, apre tuttavia uno squarcio molto interessante sul gusto e le predilezioni estetiche ed artistiche di altri artisti-collezionisti. Joshua Reynolds, il primo presidente della Royal Academy utilizzava i quadri della sua vasta collezione durante le sue lezioni: ai miei tempi si usavano le diapositive o le immagini dei Maestri del Colore. Ora ci sono i tablet e internet, ma avrei di gran lunga perferito il sistema di Reynolds…
E anche se i curatori sostengono che la mostra non vuole raccontare nessuna storia, la storia ovviamente c’è, quella dell’arte vista attraverso gli occhi di artisti. Una storia in cui Reynolds guarda a van Dyck che guarda a Tiziano, mentre Matisse guarda Degas che guarda Ingres, e dove Degas, Matisse e Lucian Freud guardano tutti a Cézanne. È una splendida mostra, e una splendida dimostrazione che nella mente di artisti tutta l’arte nasce dall’arte.
2016 ©Paola Cacciari
Painters’ Paintings: From Freud to Van Dick
National Gallery
Londra//fino 4 Settembre 2016
Molto interessante, sopratutto sfata clamorosamente una mia credenza. Che gli artisti anzi fossero gelosi e pronti tra loro alla rissa, come tra belle cortigiane.
E invece, toh!, scopro… Proprio vero, mai dire mai 🙂
PS: Mah, mi sembra di incominciare a poter prevedere che all’estate del grande scontento ti possa seguire un inverno se non del grande… contento comunque migliore.
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Speriamo che l’estate del grande scontento si fermi qui e non continui nell’autunno: non credo di poter reggere altrimenti…
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Non so ma penso che tu possa essere ottimista, nella tua acquisita posizione, i casini ci sono e ci saranno e brutti ma per gli altri campi e settori e per molti, tanti degli stessi nativi.
In ogni caso… godi l’attimo, qui e ora. 🙂
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BUON 15 AGOSTO……….E COMPLIMENTI PER IL TUO BLOG.
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Grazie mille! E buon Ferragosto anche a te! 🙂
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🙂
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bellissimo il ritratto della donna italiana…
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Anch’io l’ho trovato ipnotico. Non avevo idea che Corot fosse anche cosi’ versatile nel ritratto! 🙂
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ecco brava ipnotico…la prima volta che l’ho visto…mi ha disorientato
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Wow! Grazie! 😊😊😊😊
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E’ UN PIACERE. 😉
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