Le pene della danza secondo Sergei Polunin

Mentre attendo con impazienza che arrivi Giugno e con esso il divino Roberto Bolle (che si esibirà con Zenaida Yanowsky che con questa performance si ritira dal ruolo di Prima ballerina del Royal Ballet dopo una carriera di 23 anni con la Compagnia londinese) in  Marguerite and Armand – creato da Frederick Ashton per la storica coppia Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev nel 1963 – lo sguardo mi cade sulla scritta SOLD OUT delle due date di Sergei Polunin, il bambino cattivo della danza come è stato ribattezzato dopo il suo clamoroso abbandono del Royal Ballet nel 2012. E dopo aver visto il video qua sotto capisco anche il perchè…

Come Mikhail Baryshnikov, l’ucraino Sergei Polunin ha un viso spigoloso, occhi azzurrissimi, quasi trasparenti, e l’incredibile capacità di levarsi nell’aria, come se volare fosse la cosa più normale del mondo per un essere umano. Nato a Kherson, una povera città dell’Ucraina sud poco distante dalle coste del Mar Nero, Polunin ricorda la sua infanzia come felice. Ma sua madre, Galina avendo notato l’insolita elasticità del bambino guarda lontano e lo iscrive prima a ginnastica e poi al balletto e quando la portata del suo talento diventa ovvia e Polunin è accettato alla scuola di ballo di Kiev, lei è  determinata a fare di lui una stella a tutti i costi. Ma la scuola di danza di Kiev era costosa e per pagare la retta suo padre accetta un lavoro in Portogallo e sua nonna in Grecia, mentre Galina abbandona la sua vita a Kherson per trasferirsi a Kiev con Sergei.

Eppoi la svolta nel 2003 quando, grazie ad una borsa di studio della Rudolf Nureyev Foundation, Polunin entra a far parte della British Royal Ballett School e si trasferisce a Londra.  “E qui”, dice Polunin, “è quando il divertimento è finito.”

Studente superdotato, Polunin era prima di tutto un adolescente che per la prima volta si trovava a vivere da solo, e a farlo in una città come Londra. Non è difficile capire perché il giovane Sergei sia uscito di testa al primo assaggio di libertà. Ma la sua vita fatta di sesso droghe e rock’n’roll non gli impedisce di diventare, appena diciannovenne la più giovane étoile del Royal Ballet di Londra. Ed è qui che cominciano i problemi. Se il periodo che segue  è  professionalmente molto positivo, a livello personale è l’inizio di una profonda crisi che nei successivi due anni si manifesta con vari segnali di irrequietezza, palesando la propria insofferenza anche molto pubblicamente tramite i social network. Nel frattempo, la sua famiglia implode e quando Galina e Vladimir divorziano due anni dopo, qualcosa si rompe nel delicato equilibrio del quindicenne Sergei. Continua a danzare e a fare progressi e neanche ventenne ha già raggiunto la maggior parte dei suoi obiettivi professionali. Ma con la motivazione se ne va anche la gioia che derivava dal suo lavoro. Un lavoro che comunque a lui non importava più, visto che la sua famiglia non c’era più per trarre beneficio dal suo successo – e anche se ci fossero stati Sergei non voleva più aver a che fare con loro, soprattutto con sua madre, a cui rimproverava di averlo costretto ad una carriera che non avrebbe  mai scelto. Entro il 2012, Polunin ne ha abbastanza e se ne va dal Royal Ballet tra lo stupore generale.

“Non riuscivo a trovare un equilibrio, dal punto di vista della danza, io sentivo di non poter decidere su nulla. Mi trovavo in un posto fantastico a lavorare con persone fantastiche, ma il prezzo da pagare era il non poter decidere.”

Dopo la crisi e un vagabondaggio artistico attraverso vari teatri russi mantenendo però la libertà di potersi esibire altrove ed impegnarsi in altri progetti personali come la moda o vari servizi fotografici. La storia della sua vita è raccontata in Dancer il documentario cinematografico Steve Cantor di cui fa parte anche il video di David La Chapelle che vede Polunin danzare un assolo incredibile sulle note di Take me to the Church di Hozier. Che dire? Avendo perso l’occasione di vederlo ballare con la sua compagna, la sublime Natalia Osipova alla Royal Opera House (dove mi sono affannata a cercare i biglietti per Roberto Bolle ancora prima di vedere nel casting il nome di Polunin*) cercherò il dvd… E nel frattempo, Roberto aspettami! 🙂

*(e meno male che non l’ho fatto comprare i biglietti per il suo balletto che Polunin ha cancellato la sua performance. Infaffidabile fino alla fine…)

 

9 thoughts on “Le pene della danza secondo Sergei Polunin

    1. vero, il fatto stesso che si sia ritirato da questa performance con un preavviso cosi’ breve e’ sintomatico che proprio lui non ce la fa a rientrare nei parametri del mondo della danza. peccato, perche’ e’ fantastico, ma temo che il suo talento sia allo stesso tempo un dono e una maledizone. Peccato per noi amanti della danza…

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