È difficile esaltarsi per una mostra sul compensato, ma a rischio di sembrare un po’ suonata, io esaltata lo sono. Pensiamo per esempio ai mobili. Utilizzati in ogni momento della nostra vita – per dormire, mangiare, sedersi sdraiarsi, lavarsi, giocare, fare sport – che cosa saremmo noi senza i mobili? Non solo. I mobili definiscono gli spazi che li ospitano. A partire del Medioevo gli artigiani che li costruivano hanno sviluppato tecniche perticolari per costruire e decorare questi accessori fondamentali della nostra giornata e, grazie all’uso di nuove tecnologie e materiale innovativi, renderli più confortevoli e alla moda. Entri il compensato, che in inglese si chiama plywood.
Leggero e resistente, e considerato (a torto) molto economico e per questo spesso dismesso come parente povero del legno, il compensato ha in realtà una storia molto antica. Inventato nell’antico Egitto (il primo esempio di cassone in compensato a sei strati è stato ritrovato nella piramide a gradoni di Saqquara) il compensato diventa particolamente popolare nel XIX secolo, quando la sua adattabilità e il suo potenziale vengono notati e opportunamente sfruttati ai due lati dell’Atlantico. E così, da un tunnel per una ferrovia sperimentale nel 1867 a New York, ai coperchi delle macchine da cucire della Singer, dalle cappelliere ai sistemi costruttivi per abitazioni, passando per mobilio, tavole da surf e persino skateboard all’improvviso il compensato è utilizzato per costruire di tutto.

Il procedimento per ottenere pannelli di legno compensato consiste infatti nello “sfogliare” il tronco d’albero con un apposito tornio in grado di tagliare uno strato molto sottile di legno (1-3 mm), incollando poi i fogli fra loro in modo da “incrociare le venature”. In inglese il termine veneer (che indica il singolo foglio di legno) ebbe a lungo il significato negativo che indicava il rivestimento esteriore usato per nobilitare un legno di scarso valore – una sorta di maschera insomma e nel corso degll’Ottocento diventa sinomino di falso e di superficialità e di simbolo del nouveau riche. Non a caso Charles Dickens scelse questo nome per due personaggi del romanzo Our Mutual Friend (Il nostro comune amico, 1865): il signor e la signora Veneering “gente nuova di zecca in una casa nuova di zecca di un quartiere di Londra anch’esso nuovo di zecca. Tutto ciò che li circondava era nuovo fiammante […] tutto era in uno stato di lucidità e verniciatura perfetta. E quel che si poteva notare nel mobilio, si poteva notare nei Veneering.” Forse anche per questo intorno al 1906 il nome del materiale mutò da veneer in plywood…

E allora ben venga Plywood: Material of the Modern World, forse la prima mostra dedicata alla storia e all’impatto di questo materiale sul mondo moderno. Vero e proprio V&A style. La storia comincia partire dall’Ottocento quando la Singer lo utilizza per i coperchi delle di macchine da cucire.
Ma nonostante i suoi molteplici utilizzi, l’epoca d’oro del compensato arriva con il XX secolo, quando i designer del Modernismo cominciano ad utilizzare questo modesto materiale per le loro iconiche sedie. Dalle forme sinuose di Alvar Aalto e Marcel Breuer (che insieme a Walter Gropius era precipitosamente emigrato in Inghilterra nel 1934 dopo che l’avvento del Nazismo portò al la chiusura del Bauhaus) negli anni Trenta, a quelle semplicissime in legno e metallo create da Charles e Ray Eames, Arne Jackobsen e Rory Day nel dopoguerra. Diventati famosi dapprima con i leg splints – i supporti ortopedici in legno compensato creati nel 1942 per le gambe dei feriti della Marina degli Stati Uniti, i coniugi americani Charles e Ray Eames alla fine della guerra si dedicano ala costruzione di mobili in compensato – armadi, tavoli e le loro famose poltrone – alcuni dei quali sono ancora prodotti adesso come la meravigliosa DCM chair (Dining Chair Metal).
Quello che non sapevo è che il compensato era anche ampiamente utilizzato nella produzione automobilistica e nell’aeronautica. L’orientamento delle venature infatti, incrociate strato su strato, rendeva il compensato un materiale particolarmente leggero e resistente, perfetto insomma per le fusoliere di aereoplani. Ne sapeva qualcosa il francese Armand Deperdussin che nel 1912 lo usa per costruire il primo velivolo dotato di monoscocca, una struttura interamente in legno e priva di intelaiatura interna, più leggera, più aerodinamica e, a parità di peso, più robusta di quanto si fosse mai costruito prima.

Il compensato fu utilizzato largamente per la costruzione di aerei da combattimento nella Seconda Guerra Mondiale al posto dello scarseggiante metallo. Ma nonostante tali successi, alla fine della guerra l’industria aeronautica ritornò all’utilizzo del metallo, influenzata non solo da questioni tecniche ma anche dall’idea di modernità promossa dai loro migliori clienti, le forze armate per cui il legno era troppo old-fashioned, non adatto alla loro visione mascolina e muscolosa dell’estetica bellica.

Negli anni Cinquanta il compensato diventa non a caso il sinonimo del DIY (do-it-yourself), il nostro fai da te, con barche a vela, skateboard e moduli abitativi prodotti in casa. Dopo l’inevitabile periodo d’eclissi, ora il compensato è tornato di moda per i supercool flat-packed designs del XXI secolo come l’esempio di WikiHouse che chiude la mostra. WikiHouse consente agli utenti di scaricare piani di costruzione dal suo website sotto licenza Creative Commons, e di modificarli con un programma chiamato SketchUp, e di utilizzarli per creare pezzi simili a un puzzle eseguite in compensato e/o in cartongesso con una macchina a controllo numerico operata dal computer. #Plywood
2017 ©Paola Cacciari
Londra// fino al 12 Novembre 2017
Plywood: Material of the Modern World
Victoria & Albert Museum
Cromwell Road – Londra
Cavolo! Queste sono mostre originali!
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Si’, sono davvero originali. Davvero V&A style… 😉
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Incredibile, una mostra sul compensato! Eppure rivelatrice, interessante. Pragmatismo anglosassone.
(L’idea di farne una mostra ma anche nello svilupparne nel tempo le varie forme di utilizzo, è creatività anche questa, no? Tante volte penso che ci sia più creatività nell’artigiano che nell’artista! alla faccia dei luoghi comuni)
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Che ci sia una creatività infinita nell’artigiano e’ un fatto indiscutibile e al giorno d’oggi a volte e’ difficile distinguiere tra arte e design. E questa e’ una mostra perfettamente in linea con la storia di un’istituzione come il V&A, nato come museo della maniffattura e che da 160 anni si occupa di arte e di design. 🙂
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Articolo molto molto interessante!!! il compensato è stato brevettato a New York nel 1868 circa da John K. Mayo mi sembra..ma in Italia quando viene utilizzato per la prima volta che voi sappiate? c’è qualcuno in particolare che l’ha importato?
Sto facendo una ricerca personale riguardo tutti i derivati del legno (quando vengono inventati, chi li inventa ecc e quando arrivano in Italia specialmente)..grazie per chi riesce a rispondermi 🙂
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Ciao Sara, l’articolo e’ una recensione di una mostra ora finita al Victoria and Albert Museum di Londra sulla storia del compensato, ma essndo un museo britannico era concentrata sull’uso che se e’ fatto in GB a partire dalla fine del XIX secolo fino ad oggi. Purtroppo non ho idea di come questo materiale sia stato accolto in Italia e quando… Ti metto il link della mostra comunque, il website e’ fatto molto bene. In bocca al lupo per la tua ricerca! 🙂 https://www.vam.ac.uk/exhibitions/plywood-material-of-the-modern-world
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