Cosa succede quando il premio Nobel John Steinbeck (1902-1968) e il suo amico fotografo, l’ungherese americano Robert Capa (1913-1954)decidono di unire le forze? Succede che nasce Diario russo (in inglese A Russian Journal, pubblicato nel 1948) uno dei libri di viaggio più poetici e divertenti del XX secolo.
Entrambi in bilico tra progetti finiti e progetti non ancora iniziati, nel 1947 i due amici decidono di visitare Mosca, l’Ucraina e la Georgia passando per quella che allora si chiamava ancora Stalingrado (nel 1961 ribattezzata Volgograd per decisione dell’allora segretario generale del PCUS Nikita Chruščёv).
La loro missione? Scoprire il popolo dell’Unione Sovietica, la gente comune e vedere con i loro occhi (e quelli della macchina fotografica) cosa indossano le persone, cosa servono per cena, come celebrano le loro festività – evitando per quanto possibile la propaganda della Guerra Fredda che allora al suo culmine.
La prosa di Steinbeck è una delizia e e le foto di Capa sono superlative. Mi pare di vederli all’opera, questi due giovanottoni americani – così caldi, onesti e divertenti. Uno Steinbeck semi-serio ammette apertamente che le loro osservazioni sono superficiali e non potrebbero mai essere altrimenti – e comunque quello non era il punto. Ma il tono è sempre pieno di affetto: il suo punto infatti è che le persone sono persone in tutto il mondo e come tali meritano il nostro rispetto (con l’eccezione dei prigionieri di guerra tedeschi che stanno ricostruendo Stalingrado – in fondo l’aveno distrutta loro…)

Ma la cosa per me più divertente sono le descrizioni che Steinbeck da’ di Robert Capa. Per anni ho venerato questo guerriero della macchina fotografica, ammirandone le storiche immagini della Guerra Civile Spagnola e dello Sbarco in Normandia. Ma non avevo idea della persona. Nelle parole di Steinback, Capa si trasforma: non piu’ un’entità astratta dietro la macchina fotografica, diventa una persona in carne ed ossa (e tanti capelli!) dotato da un’infaticabile energia, che si chiude in bagno per ore a leggere i libri sottratti di nascosto ai giornalisti e ai diplomatici americani a Mosca, e che parla tutte le lingue del mondo con gli accenti sbagliati. È triste pensare che solo sei anni dopo l’uscita di questo libro, quella bomba di energia che era Robert Capa sarebbe morto, ucciso da una mina antiuomo in Indocina.
Una magnifica istantanea, testuale e visiva, della Russia stalinista del dopoguerra, vista attraverso gli occhi di due viaggiatori che non si prendono troppo sul serio.
Nel sito dell’agenzia Magnum Photos trovate le altre magnifiche foto di Robert Capa www.magnumphotos.com/arts-culture/travel/robert-capa-russian-journal/
2018 ©Paola Cacciari
L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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Deve essere bellissimo! Lo segno subito!
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Io l’ho trovato per caso questo libro, non sapevo di quest’avventura di Steinbeck e Capa. E si e’ rivelato essere una sopresa inaspettata! 🙂
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Sembra proprio un’accoppiata vincente!
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Lo e’! 🙂 🙂
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Ho visto recentemente una mostra di fotografie di Robert Capa, veramente bellissime (tra cui quella con Steinbeck). Grazie per la segnalazione!
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Adoro le foto di Robert Capa, e i commenti di Steinbeck su di lui hanno davvero contribuito a renderlo ancora piu’ umano. E’ un libro splendido 🙂
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In Italia non è più pubblicato 😢
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Noooo! Davvero? Se leggi in inglese lo trovi edito da Penguin nella collana Vintage https://www.penguin.co.uk/books/57366/a-russian-journal/
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steinbeck e capa: una coppia formidabile. ciaoooo paoletta!
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Formidabile davvero! 🙂 Ciao cara Viki!!
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ciauuuu
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Questa non la sapevo. Cerco il libro..grazieeeee
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Ne vale davvero la pena! 🙂
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