Quo vadis baby? di Grazia verasani

Ogni tanto mi viene l’ansia. Arriva così inattesa, e mi toglie il respiro. Ed è in certi momenti che devo uscire di casa. Come se stare fuori risolvesse il casino che ho dentro. Il mio collega astrologo direbbe che devo dare spazio ad un Marte irrequieto; mio padre direbbe semplicemente che ho il fuoco sotto i piedi, come mia madre prima che la sua malattia se la portasse via.

Quando sono Londra mi rifugio ad Hyde Park, ma a Bologna faccio lunghe passeggiate per il centro. Passo davanti ai fantasmi di negozi che ricordo bene e che ora non ci sono più come Schiavio Stoppani in via Clavature e mi fermo davanti alla libreria di libri usati in via Oberdan che un tempo ospitava lo storico negozio di dischi Nannucci. E mi sento una straniera in patria. O semplicemente molto vecchia.

Non credo che nelle altre città sia sia diverso. E che mi sembra che a Bologna la differenza si noti di più che negli altri posti. Che come dice Grazia Verasani nel suo stupendo libro Quo Vadis Baby? 

Bologna era un posto in cui succedevano un sacco di cose e tutto sembrava sempre funzionare.’

Ora non più. A che punto della storia il meccanismo si e inceppato?

2018 © Paola Cacciari

6 thoughts on “Quo vadis baby? di Grazia verasani

  1. Non sei la sola ad avere l’ansia che muove i piedi. E nemmeno sei la sola a chiederti se per caso non si è sbagliata città, qui, Milano, intere quote di paesaggio le ritrovi da farti sentire piovuto dal cielo o dentro una visione, con riferimenti cancellati, sostituiti da tutt’altre costruzioni. Così è il momento dei ricordi e poi delle nostalgie. Sentirsi vecchi oggigiorno è facile, troppo… 🙂

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    1. Come ai ragione Guido! Avolte i sento un marziano piombato su un pianta che non conosco o che non riconosco. Quando voglio essere controversa e scioccare qualche collega giovane dico loro che il mio primo cellulare l’ho comprato a 29 anni. Dovresti vedere gli occhi sgranati…. 😉

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