The Lebanon – The Human League

The Lebanon – The Human League (1984)

Ho ascoltato questa canzone fino alla nausea (nausea principalmente di mia madre che non ne poteva piu’), cercando di tradurre le parole con il vocabolario d’inglese con risultati catastrofici. Comunqe persino io che all’epoca non mi interessavo proprio di politica, avevo capito che si parlava di guerra, in particolare la guerra civile del Libano (devo ammettere che il titolo ha aiutato molto…), esacerbata dall’invasione avvenuta da parte israeliana nel 1982.

Philip Oakey aveva scritto il testo per ricordare il Massacro di Sabra e Shatila, compiuto dalle Falangi libanesi e l’Esercito del Libano del Sud, con la complicità dell’esercito israeliano, in cui morirono un numero di civili compreso fra 762 e 3.500, prevalentemente palestinesi e sciiti libanesi. La strage avvenne fra le 6 del mattino del 16 e le 8 del mattino del 18 settembre 1982 nel quartiere di Sabra e nel campo profughi di Shatila, entrambi posti alla periferia ovest di Beirut. 

She dreams of nineteen sixty-nine
Before the soldiers came
The life was cheap on bread and wine
And sharing meant no shame
She is awakened by the screams
Of rockets flying from nearby
And scared she clings onto her dreams
To beat the fear that she might die
And who will have won
When the soldiers have gone
From the Lebanon
The Lebanon
Before he leaves the camp he stops
He scans the world outside
And where there used to be some shops
Is where the snipers sometimes hide
He left his home the week before
He thought he’d be like the police
But now he finds he is at war
Weren’t we supposed to keep the peace?
And who

4 thoughts on “The Lebanon – The Human League

  1. Fosse solo questo! La Storia dell’umanità non è che una cronaca ininterrotta di delitti dove nessuno è innocente e prendere le parti dell’uno dell’altro non è che acuire le premesse per nuovi delitti.
    Ora, guarda qui, adesso quest’Europa, miracolo assoluto, isola felice, che non a caso attira gente da tutto il Pianeta: quasi un secolo di pace e di conseguenza di benessere, perchè una guerra – non si finisca di ricordarlo – non ha vinti nè vincitori. Illusi coloro che credono che sia solo il vincitore a beneficiarne!
    Ebbene, immemori e ingenui anzi ignoranti e rozzi pare che tutti congiurino contro quest’Europa – sovranisti, populisti… – smaniosi di riporre frontiere e barriere, covare nuovi odi e divisioni – che sono l’ideale premessa per tornare daccapo ad ammazzarsi.

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