Dopo un assenza di dieci mesi (mancavo dal centro dalla fine di Febbraio) qualche giorno fa ho nuovamente varcato la soglia della National Gallery.
Ero emozionata come una scolaretta e non solo all’idea di riprendere la mia vita da museo, ma anche di uscire e di indossare qualcosa che non fosse il pigiama o la tuta da ginnastica, o (nel caso delle mie sporadiche sortite nel mondo, in genere per andare al supermercato…) un paio di jeans scoloriti e un maglione extra-large. O la mia colorata uniforme, quando mi capita tra un lockdown e l’altro, di riesumare il mio lavoro al museo.
Mi sono vestita con cura (o almeno più cura di quella che solitamente metto nel vestire, che devo ammettere negli ultimi anni è calata paurosamente…), mi sono spazzolata i capelli e ho persino applicato un velo di mascara. Gesti un tempo abituali che nel corso dell’ultimi mesi sono diventati obsoleti come il mio tanto amato abbonamento alla Royal Opera House. Capita.
E se il motivo principale è stato visitare la mostra che la galleria ha dedicato alla straordinaria Artemisia Gentileschi, la vera emozione me l’ha data il vagare a caso la sale semideserte di una della pinacoteche più belle del mondo. 🤩 Ho potuto alzare gli occhi e perdermi nella decorazione del soffitto senza timore di sbattere contro a qualcuno – o che qualcuno sbattesse contro di me. Ho vagato indisturbata nell’insolita quiete delle sale, ammirando avidamente le creazioni di Holbein, Canaletto, Tiziano, e Turner in silenzio e senza interruzioni e senza che qualcuno invadesse il mio “spazio” per farsi un selfie insieme, chesso’, agli elegantissimi Mr and Mrs Andrews di Thomas Gainsborough o all’impetuoso Marchese di Londonderry Charles Stewart, sapientemente dipinto da Sir Thomas Lawrence… 😒

Ma soprattutto ho potuto ammirare le bellissime sale degli impressionisti, dove non metto mai piede perchè sempre terribbilmente affollate (l’ultima volta è stato tre anni fa, e solo perchè le mie cugine erano a Londra e volevano visitare questa sezione della NG), e ammirare finalmente quei capolavori senza dover rischiare di soffocare o di ricevere una gomitata nelle costole… 😲

Nella tragedia della pandemia, il Covid ha restituito ai musei il loro ruolo originale: quello di custodi delle opere d’arte, piuttosto che attrazioni turistiche o meri sfondi per profili Instagram. Nuove regole e il fatto che ora la prenotazione sia obbligatoria nonostante l’entrata resti gratuita, ha avuto l’effetto di scoraggiare una parte del pubblico e ora va al museo ora ci va perché lo vuole DAVVERO. Non posso negare che la cosa mi piace molto… 😏
2020© Paola Cacciari
Ma che bello! Ricordo benissimo i tuoi post disperati delle scolaresche lanciate a corna in resta o i colloqui lunari con la visitatrice di turno. Ricordo, mancava solo la mamma che ti dicesse: «Mi tiene un attimo il bambino?» e che poi sparisse! 🙂
Ciao.
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Davvero Guido, un altro mondo! ❤😄
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ma è una bellissima notizia!
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E speriamo che continui… pare che Londra rischi un altro lockdown! 😬🙄
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Come tutti, dopo Natale! 🚀
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🤞❤🎁
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Come apprezziamo e rivalutiamo completamente qualcosa quando non ci era permesso o non era possibile. E sì, c’è anche qualcosa di eccitante nell’esclusività, senza la folla. Fare le cose che si vogliono veramente fare, insieme ad altri che lo vogliono veramente fare, e non solo seguire una tendenza o una guida turistica.
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Come hai ragione!! ❤
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