William Blake’s house in Soho, an illustration by Frederick Adcock, published in ‘Famous houses and literary shrines of London’ (1912) and written by Arthur St John Adcock. William Blake, one of the UK’s most lauded artists and poets, was born in a property at 28 Broad Street (now Broadwick Street) in Carnaby Market, Soho, on […]
Written by Juline Chevalier I keep thinking of the start of this post like the set-up for an uninspired stand-up comedy routine. Me: Wow, it’s been a bad year for museum education! Audience in unison: How bad is it? Me: We did a survey to find out … let me tell you about it. Not […]
Era il 1984, o forse l’85 e non avevo mai sentito parlare di Prince. Ho recuperato in fretta il tempo perduto… ☺️
When Doves Cry (1984)
Dig if you will the picture Of you and I engaged in a kiss The sweat of your body covers me Can you my darling Can you picture this?
Dream, if you can, a courtyard An ocean of violets in bloom Animals strike curious poses They feel the heat The heat between me and you
How can you just leave me standing Alone in a world that’s so cold? (So cold) Maybe I’m just too demanding Maybe I’m just like my father, too bold Maybe you’re just like my mother She’s never satisfied (she’s never satisfied) Why do we scream at each other? This is what it sounds like When doves cry
Touch if you will my stomach Feel how it trembles inside You’ve got the butterflies all tied up Don’t make me chase you Even doves have pride
How could you just leave me standing Alone in a world so cold?…
La Brexit è finita, Lunga vita alla Brexit! mi verrebbe da dire parafrasando la famosa frase “Il re è morto, lunga vita al re!” la frase tradizionale utilizzata per annunciare la morte del sovrano e al tempo stesso annunciarne il successore (un po’ come dire “Morto un papa, se ne fa un altro”). Ma le similitudini ci sono eccome, se non altro nel fatto che il 2021 segna la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra. E come nell’avvicendarsi dei sovrani, nessuno può dire con certezza cosa ci riserverà il futuro.
Girl with Balloon, Banksy
Per molti in Gran Bretagna primo di Gennaio 2021 è stato un giorno da celebrare. Che l’uscita dall’UE, per coloro che l’hanno voluta almeno, è un momento di riconquista dell’indipendenza e di ripresa del controllo, l’inizio di un nuovo capitolo nella storia del Paese lontano dall’interferenza dell’Unione Europea.
Ma per tutti altri, per quelli che hanno votato per restare o che nel 2016 erano troppo giovani per votare (come le mie nipoti), oltre che per le migliaia di cittadini europei (me inclusa) che, nonostante abbiano vissuto in Gran Bretagna per anni, non hanno avuto la possibilità di esprimere la loro opinione in merito – per tutti gli altri dicevo, è stato un giorno molto triste. La partenza della Gran Bretagna rimane “un tragico errore nazionale” scrive il Guardian, aggiungendo che la nazione si è auto-espulsa da “un’unione che faceva bene a questo Paese e al mondo”. Dal canto suo, Michael Heseltine, il carismatico ex vice primo ministro conservatore, non modera le parole: per lui la Brexit è semplicemente “la peggiore decisione del nostro tempo.”
E comunque paradossalmente, lungi dall’esserne la fine, il per molti il primo Gennaio 2021 è solo l’inizio dei grattacapi – anche se la portata degli effetti dell’uscita della Gran Bretagna dall’UE si vedrà solo nei mesi a seguire, quando le minuzie dell’accordo, le cosidette “small prints” cominceranno ad emergere, portando alla luce tuta una serie di futuri grattacapi che prima non esistevano per la politica britannica. Come i nuovi controlli sull’immigrazione, per esempio. O il mantenimento dell’allineamento normativo, lo stato delle industrie fornitrici di servizi, la pesca, l’accesso ai database, la cooperazione per la difesa. Senza dimenticare l’ambigua posizione dell’Irlanda del Nord all’interno dell’accordo.
E non dimentichiamo il motivo principale per cui l’UE è stata istituita, per riparare agli orrori e alle distruzioni della seconda guerra mondiale. Sulla scia del risultato del referendum sulla Brexit, è stato spesso ripetuto che le generazioni più anziane siano state le più propense a votare per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Ma come mostra un interessantissimo articolo della London School of Economics (LSE), pare che tra i veterani della Seconda Gerra Mondiale, l’amore per l’UE sia quasi paragonabile a quello dei giovani. La vera responsabilita’ della Brexit risiede, oltre che con la destra conservatrice e populista, con le generazioni immediatamente successive a coloro che la guerra l’hanno fatta in prima persona, e che hanno lottato per un ideale di libertà e pace. Come sempre la storia spiega molte cose. Le generazioni crescute nel dopoguerra, e negli anni Sessanta e Settanta si trovarono ad affrontare eventi epocali come la perdita dell’Impero Britannico, così come la prima immigrazione di massa dal Commonwealth, la cosidetta Windrush Generation – eventi che hanno inciso non poco nell’alimentare una crescente insicurezza sull’identità britannica. Insicurezza espressa dapprima nell’ Immigration Acts del 1962 e poi, sem[pre piu’ violentemente, nel famigerato discorso di Enoch Powell tenuto nell’Aprile 1968 a Birmingham (passato alla storia come “Rivers of Blood Speech“, anche se Powell lo chiamò sempre “il discorso di Birmingham”) in cui il politico criticava l’immigrazione di massa, in particolare l’immigrazione quella proveninete dagli stati ex Commonwealth verso il Regno Unito.
Basterebbe guardare indietro, alla storia recente per vedere che durante i periodi in cui le identità nazionali sono minacciate, che queste ultime diventano armi letali nelle mani di politici populisti (Farage, Salvini) che come si è visto fin troppo bene nel caso della Brexit, ne fanno ampio so per plasmare le opinioni degli individui a lungo nel futuro.
Gia’ nel gennaio del 2020 gli attivisti anti-Brexit diLed By Donkeys avevano detto addio all’Unione Europea (che allora entrava nel periodo di transizione) con un commovente video proiettato sulle bianche scogliere di Dover in cui Sid, 95 anni, e Stephen 98 anni, due ex veterani della Seconda Guerra Mondiale, parlano all’Europa.
Rivolgendosi all’Europa Sidney, tiratore scelto che ha combattuto in Francia, Olanda, Belgio e Germania durante il conflitto, ha detto: “Guardate dalla vostra parte alla nostra, guardate a queste bianche scogliere: avrete la sensazione che vi stiamo guardando e che vogliamo stare insieme, e saremo insieme tra non molto, ne sono sicuro.”
“Questa è la nostra stella, prendetevene cura” 💔🇬🇧 🇪🇺