Schiaccianoci! di Matthew Bourne

Ovvero, di come il celebre e controverso balletto di Tchaikovsky riceve il trattamento “matthewbourniano”.

Ma i puristi non si agitino (io lo ero, agitata) che ciò che le due versioni hanno in comune è solo la musica rendendo perciò impossibile inutili paragoni. Quello di Matthew Bourne e della sua compagnia di danza New Adventures infatti non potrebbe essere più lontano dallo scintillante balletto tradizionale, a cominciare dalla storia di Hoffmann ambientata in un grigio e triste orfanotrofio di stampo dickensiano, i cui orfani la vigilia di Natale aspettano con ansia la visita di alcuni benefattori – sotto lo sguardo arcigno dei direttori del loro collegio, il Signor e la Signora Dross e dei loro viziati rampolli Sugar e Fritz, pronti a togliere alla prima occasione i regali donati agli orfani . La piccola Clara riceve in regalo uno strano giocattolo, non proprio uno schiaccianoci, ma un curioso pupazzo da ventriloquo, di cui si innamora perdutamente quando questi all’improvviso si trasforma in un giovane prestante e la porta nel mondo della neve e dello zucchero.

Il secondo atto si trasforma in una una coloratissima fantasmagoria visiva, in cui si susseguono in un divertissement dopo l’altro torte gigantesche, caramelle danzanti, liquirizie spagnole, le ragazze Marshmallow, i bon bon Gobstoppers, impegnati nelle loro particolari versioni delle danze tradizionali. Uno dei momenti più magici secondo me è la Danza dei Fiocchi di Neve, immaginata su una pista da ghiaccio, che evoca vecchi film scandinavi (o una scena di Little Women).

Fostituita nel secondo atto da un mitico reame fatato dove tutto è candito e commestibile.

Fantasia e l’immaginazione si coniugano con una tecnica di danza inappuntabile, tanto elegante, quanto espressiva. Tutti i ballerini hanno, infatti, capacità mimico-narrative notevoli, oltre che un’indiscussa preparazione fisica e tecnica Quello che qui si cerca è lo stupore infantile, la gioia e il divertimento di un regno dei dolciumi rosa shocking. E certamente qui c’è di tutto in abbondanza.

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Marius Petipa

Balletto Classico

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Marius Petipa, ballerino e coreografo francese, può essere considerato il vero fondatore del balletto classico per come lo conosciamo oggi, il grande continuatore della tradizione romantica ed uno dei più grandi coreografi di ogni tempo.

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La fille mal gardée – The Clog Dance from Act I (The Royal Ballet)

La Fille mal gardée, in italiano a volte resa come La fanciulla mal custodita, è il balletto più antico ancora in repertorio nelle compagnie di danza in tutto il mondo grazie alla sua leggerezza e semplicità. E se c’è un momento in cui abbiamo bisogno di leggerezza è proprio questo!

La Fille mal gardée Marianela Nune and Carlos Acosta

In tutta la sua lunga storia, il balletto è stato rimaneggiato molte volte. Oggi ne sopravvivono due versioni: quella russa (e in generale dell’Europa dell’est) coreografata da Marius Petipa e Lev Ivanov nel 1885 e rivisitata da Alexander Gorsky nel 1903 su musica di Peter Ludwig Hertel creata per l’allestimento di Paolo Taglioni fatto a Berlino nel 1864, e quella inglese coreografata nel 1960 da Sir Frederick Ashton su musica di Ferdinand Hérold adattata da John Lanchbery.

Will Tuckett as Widow Simone in La Fille mal gardée © Bill Cooper, courtesy the Royal Opera House

Quella che ho visto io nella mia vita pre-Covid, quando era ancora possibile starsene pigiati insieme a perfetti sconosciuti nella pancia di una teatro, è stata la versione de La Fille mal gardée creata da Ashton per il Royal Ballet di Londra, con gli splendidi Marianela Nunez e Carlos Acosta, ripettivamente nei ruoili di Lise (la fanciulla mal custodita) e Colas, il suo amato.

Una delle scene più divertenti è questa Dance of the Cock and Hens danzata dalla Vedova Simone, la madre di Lisa, di solito danzata da un uomo.

2021 © Paola Cacciari

Marguerite and Armand: con Bolle sulle tracce di Nureyev

“Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa ‘l tuo dottore.”

Forse citare Dante è un tantino esagerato, ma le parole di Francesca da Rimini del Canto V dell’Inferno esprimono esattamente come mi sento ogni volta che penso alla mia vita pre-Covid. Che d tutte le cose non-essenziali di cui mi ha privato, forse quella che mi addolora maggiormente oltre alla chiusura dei musei (cosa che rende il nome del mio blog abbastanza obsoleto…😕) è il non poter andare al balletto.

Mi salvano YouTube e il website della Royal Opera House, che venerdì 15 Gennaio trasmetterà in streaming questo meraviglioso Marguerite and Armarnd con i superlativi Roberto Bolle e Zenaida Yanowsky.

Vita da Museo

Ci sono spettacoli a cui si assiste da spettatori e altri a cui si partecipa con l’anima. E il programma misto dedicato al mitico coreografo Sir Frederick Ashton dal Royal Ballet il 7 Giugno 2017 appartiene decisamente alla seconda categoria. Un cast stellare (che tra gli altri ha visto anche la partecipazione del nostro Roberto Bolle) per tre balletti diversissimi tra loro, come vario e camaleontica era l’immaginazione di Ashton – dal sognante The Dreamispirato allo Shakespeare di Sogno di una notte di mezza estate, Symphonic Variations l’omaggio astratto ai Balletti Russi di Diaghilev, e il tragico Marguerite and Armand.

Quando nel 1961 Frederick Ashton (1904-1988) vide a teatro il celebre dramma “La Dame aux Camélias” di Alexandre Dumas figlio, interpretato da Vivian Leigh pensò che ne sarebbe uscito un bel balletto per la sua musa, la prima balleriana assoluta del Royal Ballet, Margot Fonteyn

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Svetlana Zakharova & Vladislav Lantratov – Spartacus Pas De Deux

Svetlana Zakharova & Vladislav Lantratov – Spartacus Pas De Deux

Svetlana Zakharova as Aegina and Vladislav Lantratov as Crassus perform a pas de deux from Grigorovich’s Spartacus with the Bolshoi Ballet. The music is by Aram Khachaturian.

Raymonda Act III – Variation 6 (Natalia Osipova; The Royal Ballet)

Petipa’s Raymonda Act III is Russian classical ballet summarized in one act, full of sparkle and precise technique. Principal of The Royal Ballet Natalia Osipova (Raymonda) dances Variation 6.

Raymonda was created by Marius Petipa in 1898 for the Mariinsky Theatre in St Petersburg. It contains some of his most spectacular choreography and a magnificent score by Alexander Glazunov, full of spirited rhythms and lilting waltzes – George Balanchine called it ‘some of the finest ballet music we have’. Rudolf Nureyev had an intimate knowledge of Raymonda: he performed in the ballet as a young dancer with the Kirov Theatre and staged a full-length version for The Royal Ballet in 1964, reviving many of the dances from memory. Nureyev presented an adapted version of Act III at Covent Garden in 1969. Against an opulent setting created by Barry Kay, a Hungarian folk dance opens the wedding celebrations for a ballerina and her cavalier. A lively male pas de quatre is followed by the famous grand pas hongrois, which contains ensembles for all 10 dancers, who wear radiant white costumes. Act III of Raymonda was performed as part of a tribute to Nureyev at the Royal Opera House in 2003. The final act of Petipa’s grand ballet classic, which contains some of the greatest choreography in Russian ballet, was adapted by Rudolf Nureyev. 

https://www.roh.org.uk

Il Limpido Ruscello (The Bright Stream)

Xenia Pchelkina / Denis Savin / A. Meskova / A. Bolotin / A. Petukhov – The Bright Stream – Bolshoi Theatre 2013

Uno dei balletti più divertenti che mi sia mai capitato di vedere è stato questo Limpido Ruscello del Teatro Bolshoi, su musica di Dmitri Shostakovich. Sfortunatamente Stalin non apprezzò che c’era da aspettarselo che una tale presa in giro non sarebbero andati giù a Mosca) e Shostakovich fu disonorato – una sorte migliore comunque di quella toccata al librettista Fyodor Lupokhov, che invece finì in un gulag. Uh!