Siamo talmente abituati ad metterle in tavola quando e come si vuole, sotto forma di gnocchi, purè, al forno, bollite (etc, etc, etc) che a volte ci si dimentica che la patata non ha sempre fatto parte della nostra cucina.
I primi a scoprirla furono conquistadores spagnoli. Impegnati com’erano a distruggere l’Impero degli Inca, non so quando trovarono il tempo di notare questo strano tubero, ma lo fecero. E insieme ad immense ricchezze sudamericane, gli spagnoli portarono con loro in Europa anche la patata. Dal 1570 la si trova in Spagna da dove, grazie alla curiosità di agricoltori ed erboristi, arrivò in Italia, nei Paesi Bassi e, verso il 1580, in Inghilterra. Con buona pace degli inglesi che preferirebbero attribuire la storia della sua introduzione in Inghilterra al navigatore, corsaro e poeta Sir Walter Raleigh, insieme al tabacco. Storia che non pare avere alcun fondamento storico, ma che di certo è molto più romantica dell’idea che a portare la patata sulle loro tavole fosse stato un erborista. Che fu grazie alla curiosità di personaggi come il grande erborista elisabettiano John Gerard (che addirittura appare sul frontespizio del suo trattato con un fiore di patata in mano, a dimostrare come, ancora nel 1597 le patate erano ancora una grossa novità) uno tra i primi a studiare questo tubero, disegnarlo, cuocerlo e – udite udite!- mangiarlo, perché la “patata bianca” o “della Virginia” come era chiamata per distinguerla da quella dolce, diventi uno degli alimento base della dieta britannica. Anche se bisognerà attendere altri due secoli prima che questo accada...

Le patate, soprattutto se arrosto, stanno bene con tutto, ma uno dei miei abbinamenti preferiti è con il pollo che nella ricetta tradizionale inglese si mangia ripieno di un composto fatto di pane grattugiato, salvia e cipolle chiamato stuffing (ripieno) che si spalma anche sotto la pelle del pollo prima di metterlo nel forno e che dona al tutto un’aroma delizioso…

Se vi interessa tentare lo stuffing, questa è la ricetta:
Sbucciate le cipolle e tagliatele a fette spesse. Mettetele in una casseruola, cospargetele di sale e ricoprite con acqua calda. Fate bollire per circa 5 minuti e scolatele.
Riempite il tegame di acqua calda e far bollire lentamente per una 1/2 ora, o fino a quando le cipolle sono tenere. Scolatele e strizzatele le cipolle per ascigarle il possibile e tritatele finemente.
Aggiungere il pangrattato, burro, tuorlo d’uovo, noce moscata, sale e pepe nero appena macinato. Mescolare fino a quando la miscela è appena combinata e assomiglia a pangrattato di grana grossa (non frullare!) e procedete a riempire il pollo.
2020 ©Paola Cacciari
Se arriccio il naso, ti offendi?
(E non perchè sia dalla parte del povero pollo oltraggiato anche da morto)
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