È stato un brusco risveglio quello di stamattina. Che uno non si aspetta di iniziare la giornata con la notizia che l’ennesimo fanatico dell’IS si è fatto saltare in aria la sera prima alla fine del concerto della cantante pop americana Ariana Grande nella grande arena nel centro di Manchester, al Nord dell’Inghilterra. Ma la cosa non mi sorprende: mentre gli occhi di tutti erano fissi su Londra, un solo pazzoide è riuscito a prendersi la vita di 22 persone (molti poco più che bambini) e a lasciarsi dietro una scia di almeno 59 feriti. Un numero che probabilmente è destinato a salire, visto che molti erano gravi.
Tra l’orrore generale che ha investito la Gran Bretagna alla vigilia delle elezioni, la notizia della morte di Roger Moore è passata praticamente sotto silenzio, ignorata dai telegiornali del mattino e ridotta ad un piccolo avviso sul telefono – cortesia dell’app della BBC. Aveva 89 anni e ha vissuto una vita piena – al contrario di molti dei ragazzini falciati dal terrorista di Manchester che semplicemente non ne hanno avuto la possibilità di avercela affatto una vita. Ma nonostante tutto la notizia mi ha messo una gran tristezza.
Con lui se n’e andato un pezzo della mia giovinezza, quella che sognava un’Inghilterra piena castelli e passaggi segreti, di prati verdi su cui correvano cavalli neri che si chiamavano Black Beauty, di detectives con la bombetta e l’accento francese (pardon, belga!) e di Lord giovani e belli che avessero i occhi azzurri e la fossetta nel mento e la faccia di Roger Moore.
Che ho sempre avuto un debole per Roger Moore. Non quello di 007 (QUELLO era Sean Connery), ma quello di Simon Templar ne Il Santo (The Saint) e di Attenti a quei due (che in UK si chiamava The Persuaders) dove Moore interpretava la parte dell’aristocratico inglese Lord Brett Sinclair a fianco del geniale Tony Curtis nel ruolo del milionario americano Daniel Wilde. Inutile dire che queste due serie televisive degli anni Sessanta e Settanta replicate a raffica nei programmi del pomeriggio dalla RAI quando ero alle medie, ebbero effetti devastanti sulla mia (già) galoppante fantasia di figlia unica, con il risultato che appena ho potuto ho fatto le valigie e ho attraversato la Manica.
MA di Attenti a quei due ricordo anche a distanmza di tanti anni anche il motivo musicale della sigla, uno dei più famosi e riconoscibili della storia televisiva, composto da John Barry, già autore delle musiche dei film di James Bond.
Sinceramente non ne sapevo nulla della sua morte. Grazie…il cinema ha perso un altro grandissimo attore, una vera colonna portante degli anni passati. Per quello che è successo a Manchester…stendo solo un velo pietoso perchè solo un pazzo fanatico può essere così incosciente da creare uno sterminio. Mah!!!
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A gente cosi’ hanno fatto il lavaggio del vervello purtroppo… 😦
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Già 😩
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un Sir autentico…e la sua ironia…
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😦 😦 😦
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L’ha ribloggato su StefaniaSanlorenzoe ha commentato:
quanto mi piaceva…. ❤
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Anche a me… 😳😔
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