Sono una fotografa frustrata. Vorrei essere brava, ma semplicemente mi manca una delle doti principali dei grandi fotografi: la pazienza. E allora mi godo le mostre fotografiche altrui. Come questa che lo Science Museum ha dedicato ai due fotografi inglesi Tony Ray-Jones(1941-1972) e Martin Parr (1952-) il cui titolo Only in England: Photographs by Tony Ray-Jones and Martin Parr sa tanto delle abitudini eccentriche di questa eccentrica nazione. E per chi come me ama la sociologia e la fotografia come strumento sociale per documentare usi e costumi e catturare momenti di adorabile eccentricità questa è la mostra perfetta.
Divisa in tre sezioni, questa è la mostra perfetta per chi come me ama la fotografia come strumento sociale. Niente arzigogolate pretese artistiche, ma solo buona fotografica in bianco e nero per documentare usi e costumi e catturare momenti di adorabile eccentricità. La prima parte è dedicata a Tony Ray-Jones e comprende foto d’epoca della fine degli anni Sessanta (1966-69); nella seconda parte, Martin Parr mostra che il suo debito di Parr verso Ray- Jones è evidente in ogni suo scatto (1977-79); la terza parte è quella in cui Parr ha selezionato 56 delle fotografie meno note di Ray- Jones per sottolineare ulteriormente la loro connessione.
Tony Ray-Jones è un vero e proprio antropologo sociale dotato di macchina fotografica. E soggetto del suo obbiettivo sono i suoi compatrioti alle prese con il tempo libero in tutte le sue forme e le sue foto sono allo stesso tempo cariche di gioiosa ironia e dolcemente nostalgiche – la nostalgia per un tempo che fu. Quel tipo di nostalgia tanto cara ai nostri nonni.
Blackpool, 1968 by Tony Ray-Jones © National Media Museum
Tony Ray-Jones vive negli anni Sessanta, un periodo in cui “l’americanizzazione” dell’Europa occidentale stava facendo perdere all’Inghilterra la sua identita culturale e tutte quelle piccole eccentricita’ tipiche del comportamento inglese che ce lo rendono cosi caro…
Se le foto sono splendide, ancora più interessante dal mio punto di vista sono quaderni, layout e liste che offrono uno spaccato del modo in cui Ray-Jones lavorava. In una pagina Ray -Jones ha scritto semplicemente “NON scattare fotografie noiose”. E guardandosi attorno è evidente che non l’ha mai fatto . Lui stesso a quanto pare era un personaggio piuttosto un singolare. Una volta notoriamente si presentò al direttore della rivista Creative Camera dicendogli in faccia “il tuo giornale fa schifo”. Ouch!
Ma aveva fiducia in se stesso, una qualità affinata a Yale, negli Stati Uniti, dove nei primi anni ’60 frequentò il Design Lab gestito da Alexey Brodovitch nello studio di Richard Avedon. Tornato a Londra nel 1965, Ray-Jones iniziatò a fotografare il suo soggetto preferito, i suoi connazionali e il tempo libero, trasformando piccoli eventi quotidiani come una giornata sulla spiaggia, le corse dei cavalli, o più particolari come l’Opera Festival di Glyndebourne, concorsi di bellezza e pop festival, in qualcosa di straordinario. Le sue immagini appaiono spesso affollate e , ricche di dettagli. Ma guardate più attentamente e quello che vedrete non sono altro che una serie di piccoli racconti contenuti in quello principale.
Come molti ‘grandi’ (da Raffaello a James Dean) anche Rye-Jones morì giovane, a soli 30 anni di leucemia, ma la sua opera ha influenzato una nuova generazione di fotografi britannici, tra cui Martin Parr, uno dei personaggi più rispettati del British social documentary. Studente universitario nella Manchester degli anni Settanta, Parr non conobbe mai Ray-Jones. Ma basta guardare il quieto bianco e nero del primo per ritrovarci la stessa osservazione sociale, anche se Parr è più interessato alla vita delle piccole comunità di provincia che ritrae con dolce ironia e tanto, tantissimo affetto. Insieme, queste due mostrecomplementari, permettono di rivisitare un momento cruciale nella fotografia documentaria britannica. Una chicca da non perdere.
2013 ©Paola Cacciari
Londra//fino al 14 Marzo 2014
Only in England: Photographs by Tony Ray-Jones and Martin Parr
Science Museum, London
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Un’altra mostra dall’archivo del (mio) passato di avida visitatrice di mostre, quella bellissima Tony Ray Jones e Martin Parr del 2013 😄📸
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