Esiliato speciale: Ugo Foscolo nella Londra della Reggenza (1816-1827)

Ah il Romanticismo! Quante lacrime ho versato per gli eroi romantici di Foscolo e Goethe! Ma nonostante abbia sospirato con il giovane Werther goethiano, la mia preferenza andava inequivocabilmente alle Ultime lettere di Jacopo Ortis, con la sua tragica storia di doppia infelicità – per l’amata Teresa, che deve sposare l’odioso Odoardo, e per la Patria, passata da Napoleone agli Austriaci senza pensarci due volte. D’altra parte sono sempre stata un’adolescente che passava troppo tempo da sola, incline a sognare ad occhi aperti.. Ora, passata la pubertà e il bisogno delle emozioni forti (ahem…😉) provviste dalle vicende dell’Ortis, continuo a provare un grande affetto per Ugo Foscolo (1778-1827). Che, giunto a Londra in esilio volontario il 12 settembre 1816, vive qui per gli ultimi undici anni della sua vita. E che accidentalmente ha abitato non troppo lontano da casa mia.

Al numero 19 di Edwardes Square, un’elegante piazza georgiana di Kensington costruita tra 1811 e il 1820 a pochi passi da Holland Park, una delle mitiche Blue Plaques dell’English Heritage indica la casa in cui il nostro poeta visse tra il settembre 1817 e l’aprile 1818, prima di trasferirsi nel 1819, in un piccolo appartamento sopra un negozio di tessuti al 154 di New Bond Street. Il primo dei molti traslochi che caratterizeranno la sua permanenza nella capitale.

Ma quello londinese non fu il primo esilio per Foscolo. che, dopo aver esultato per l’entrata delle truppe napoleoniche in Italia, si ritrova amaramente deluso dalla firma del Trattato di Campoformio del 1797, con cui Bonaparte cedeva Venezia (fino a quel momento libera repubblica, anche se ormai controllata dai francesi), all’Austria asburgica.

Da radicale qual’era, Foscolo abbandonò Venezia e si trasferì a Milano dove si arruolò nella Guardia Nazionale della Repubblica Cisalpina e combattendo con quella che si sarebbero poi chiamata Grande Armata francese. Nel 1803 si unisce alla divisione italiana di stanza in Francia, dove Napoleone stava raccogliendo le truppe per un’invasione dell’Inghilterra che non si sarebbe mai verificata. A Valenciennes conobbe una giovane inglese, Lady Fanny Emerytt Hamilton (da lui chiamata anche Sophia) che doveva aiutarlo con la lingua in vista dell’invasione dell’isola e con la quale ha una fugace relazione nel 1805 e da cui nasce una figlia di cui lui resta all’oscuro per molto tempo.

Poi Napoleone cadde e gli Austriaci si ripresero Milano e Foscolo si ritrovò daccapo. A dire il vero, il governatore austriaco gli offrì la possibilità di collaborare con il nuovo governo, dirigendo una rivista letteraria che sarebbe diventata la futura “Biblioteca italiana”, incarico che il poeta accettò prima di realizzare che la proposta comportava l’obbligo di giuramento al nuovo regime. Deciso a non farlo, Foscolo preferì lasciò abbandonare l’Italia, fuggendo  la notte prima di prestare giuramento. A quel tempo erano pochi i paradisi europei per i liberali irredentisti come lui. Provò prima la Svizzera, poi si decise per Londra.

François-Xavier Fabre (1766-1837), Portrait of Ugo Foscolo, 1813, Florence, Biblioteca Nazionale Centrale

A differenza di quanto accede oggi, infatti, nell’Inghilterra georgiana lingue come il latino, il francese e il tedesco erano ampiamente diffuse tra l’aristocrazia. Molte persone di alto rango conoscevano e parlavano anche l’italiano, che resta una diffusa tra i circoli intellettuali e letterari dell’epoca. La decisione poi di preferire l’esilio piuttosto che prestare giuramento di fedeltà agli austriaci aprirono a Foscolo le porte dei circoli liberali londinesi, come quello del Henry Richard Vassall-Fox, III Baron Holland che presiedeva nella sua dimora di Kensington un salotto letterario e politico di alto livello frequentato, oltre che da intelletuali, letterati e politici, anche da esiliati politici come il nostro poeta

John Wykeham Archer, Holland House, Source Wikipedia

Attorno a Foscolo finiscono inevitabilmente per radunarsi i numerosi esuli italiani che si erano rifugiati a Londra dopo il fallimento dei moti del 1821. Nacquero grandi amicizie, come con gli esuli Giuseppe Pecchio e Giovita Scalvini, ma il suo carattere difficile gli alienò molte simpatie tra i patrioti in esilio. Pare infatti che Gabriele Pasquale Giuseppe Rossetti, padre del Dante Gabriel Rossetti preraffaellita, anch’egli esiliato a Londra per aver appoggiato i moti liberali del 1820 non l’abbia ricordato con molta simpatia nelle sue memorie, e non era certo l’unico. Presto anche altri patrioti italiani, risentiti dalle critiche del poeta nei confronti dei tentativi rivoluzionari nel Lombardo-Veneto (tentativi che Foscolo, dopo anni all’estero, vedeva in un’ottica di disincantato realismo politico) e lo accusavano di danneggaire la causa italiana.

Sarà anche stato un grande letterato e un coraggioso patriota, ma una cosa che Ugo Foscolo non sembrava in grado di fare era gestire le proprie finanze. E nonostante l’intensa attività editoriale e numerosi articoli e saggi letterari e di critica scritti per le grandi riviste dell’epoca, come la prestigiosa rivista letteraria Edinburgh Review (dove si occupa di letteratura italiana, di filologia e critica letteraria), e il fatto che fosse un ospite semi-permanente del circolo liberale di Holland House, Foscolo trascorse i primi anni a Londra in dignitosa povertà, traslocando spesso tra diverse zone della capitale, a seconda della situazione finanziaria del momento.

Questo almeno fino al 1822, quando Foscolo – che nel frattempo aveva ritrovato la figlia naturale Mary Emerytt Hamilton (e da lui prontamente ribattezzata con il più romantico “Floriana”), decise di investire l’inaspettata somma di denato portatagli dalla giovane (probabilmente la sua dote) quando era andata a vivere con lui alla morte della nonna Lady Walker, in uno dei cottage che allora si stavano costruendo tra Regent’s Park e St. John’s Wood, e che costavano molto meno degli elengatissimi edifici in stile Regency costruiti da John Nash per l’aristocrazia londinese..

Foscolo era deciso a fare di questa villa sulle rive del Regent’s Canal, che aveva battezzato Digamma Cottage (dal nome di un saggio di filologia: Sul digamma eolico, Storia del testo di Omero) sarebbe diventato la casa dei suoi sogni, come scrive ad un amico, “my home, my workshop, my prison and my Champs Elysées.” Arredato (in gran parte a credito) in perfetto stile Regency, Digramma doveva contenere anche mausoleo che sarebbe stato decorato con un monumento funebre o con un’urna in stile Sepolcri, nel il quale Foscolo sperava di essere sepolto. Il cottage era dotato anche di un grande giardino dove (a sentire l’amico esule Giovita Scalvini) Foscolo appendeva limoni e arance agli alberi, per ricordargli il clima greco. Ma temo che il vedere il Regent Canal, che scorreva in fondo al suo giardino, solcato da rozze chiatte di carbone invece che dalle imbarcazioni greche della sua immaginazione, dovette essere per il nostro romantico poeta una grande delusione…

Ugo Foscolo cenothaph in Chiswick Old Cemetery, London. Photo: Paola Cacciari

Il sogno della casa ideale durò solo un paio d’anni. Spesa l’eredità di Floriana e non potendo pagare i debiti, nel 1824 Foscolo deve abbandonare Digamma; finisce pure in prigione per un breve periodo. Uscito dal carcere fu costretto a sopravvivere nei quartieri più poveri e malsani di Londra, assumendo spesso false identità (Lord Emerytt, dal nome della figlia era una di queste) per sfuggire ai creditori. Malato di idropisia polmonare, probabilmente contratta in quegli ultimi, difficili anni, Ugo Foscolo mori nel 1827 a Turnham Green, un verdeggiante sobborgo nelle zona Ovest dove sie era trasferitao nell’ultimo dei suoi traslochi, assistito dalla figlia e da pochi amici. Fu seppellito nel cimitero di Chiswick, all’ombra dei cipressi che aveva tanto amato, prima di ritornare nel 1871 in un’Italia unita.

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La strana storia del decennio inglese di Foscolo è stata raccontata due volte: Ugo Foscolo: An Italian in Regency England (1953) di ER Vincent, A. Life in Exile: Ugo Foscolo a London 1816-27 (1977) di Carlo Maria Franzero,

2022 ©Paola Cacciari

6 thoughts on “Esiliato speciale: Ugo Foscolo nella Londra della Reggenza (1816-1827)

  1. Ognuno è pazzo alla sua maniera 🙂 E pare che ogni epoca abbia i propri. Vedi adesso con questa guerra, come se non fosse bastata l’ultima mondiale.
    Ciao, Paola, che generosa ti spendi a ricordare che esiste anche la cultura. 🙂

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